“Desta preoccupazione la sentenzadella Grande Chambre che, dichiarando inammissibile il ricorso dello Stato italiano, rende ormai definitiva la decisione Cedu sul cosiddetto ergastolo ostativo. Le mafie italiane hanno peculiarita’ tali da aver indotto il legislatore ad adottare normative come quella che nega i benefici agli ergastolani per reati di mafia che non collaborino con la giustizia. Un automatismo che deriva proprio dalla natura del tutto singolare della criminalita’ organizzata nel nostro Paese, una singolarita’ che purtroppo abbiamo imparato a conoscere in anni di violenze, morti, terrore e sopraffazione”. Lo dice Maria Falcone, sorella del giudice ucciso a Capaci dalla mafia e presidente della fondazione che del magistrato porta il nome, in merito alla decisione della Cedu sul cosiddetto ergastolo ostativo.
“La parola – aggiunge – passa ora al legislatore italiano che dovra’ adeguarsi alle indicazioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Alla politica tutta, senza distinzioni di colore, rivolgo un appello a trovare una soluzione che non vanifichi anni di lotta alla mafia e che sappia contemperare i diritti con la sicurezza dei cittadini”.
“Legare la concessione dei benefici carcerari a un generico ravvedimento, indipendente dalla collaborazione con la Giustizia del detenuto, e’ un concetto molto rischioso. – conclude Maria Falcone – Come pericoloso e’ concedere premialita’ che possono vanificare gli effetti del carcere duro, una misura nata dopo le stragi del ’92 che ha consentito di spezzare i legami tra i boss detenuti e i clan”.